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Al parco

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800A's avatar
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"Le ossa sono gommapiuma.
Quasi, quasi, mi scioglierei qui,
tra l'erba.
Ma se provassi
a staccare la faccia
da Bulgakov?"

I

Una caravona di mamme
nasconde qualcosa
nei passeggini che sospingono
senza meta
attraverso l'aria screziata di mosche.

"Se qualcuno mi assoldasse
per cacciare moscerini,
gliene procurerei quarantasette
proprio adesso:
basterebbe tirar fuori appena appena
la lingua
e tutto il viscidume le si appiccicherebbe addosso"

Eppure,
emana calore
questa pancia molle, pelosa, verde e sporca
della terra.
Mentre il sole è pallido, lassù,
come la testa di un monaco.
Le madri portano degli occhialoni da spiaggia ugualmente.
Lenti spesse due mignoli,
scuri come bicchieri di vino,
che invocano la notte:
"Quale scrofa senz'anima s'è ingoiata ancora una volta l'inverno?!"

Panchine.
Quarantasette arcipelaghi di anime
sparsi tra gli olmi.
La lava che ci sgorga dagli occhi
sembra aver carbonizzato le strade che conducevano ai
cuori.
Irsuti spilloni di ossidiana
affiorano alla superficie delle gobbe e delle gabbie
toraciche.

II

Ma ecco davanti ai cancelli del parco
un puntino scuro andare in pezzi
e rompersi in lacrime.
Le vedo il tascapane scivolarle di spalla,
imbrattarsi di polvere,
e i piedi restare come due punte di compasso.
I miei occhi affondano,
fondono,
si fanno acciaio liquido
e il suo volto e la trama fitta di dita che lo nascondono
sono scolpiti nella magnetite.
Ma ha il cranio di vetro:
intuisco la massa del Dolore rimbalzare attraverso le pareti
sconquassate,
poi rovinare addosso alla calca dei pensieri,
e squarci profondi e sangue maciullarle le cervella.

"Un PONTE, presto!
Costruitemi un PONTE
per poterla SALV…are"

E come?
Non ricordi:
"Tutto ciò che è profondo ama la maschera"
disse una sera il candelaio
rimboccandosi ben bene le coperte sopra la testa.
Un moscerino
potrebbe farsi strada attraverso quelle dita,
ma io sono un ippopotamo
carico di ciarpame.

"Scusa, Vittorio,
posso rubarti un pensiero?"

"Fai pure,
ma non me lo storpicciare"

"Ho dita più sottili delle tue, Vittorio,
non ti preoccupare.
Ecco, guarda, lo urlo:
IL MIO SGUARDO E' L'UNICA COSA CHE HO
PER POTERVI ACCAREZZARE"
Di che parla? Non ve lo dico.
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