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Il sapore del vento

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800A's avatar
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Eravamo un pugno di bocche
luminose
rese miti dal vino di casa che sapeva di botte,
e dal sole che ci invadeva le campagne come un magma dorato
avvinghiato agli steli del grano.
Stracci senza ricamo,
appesi a un filo, ad asciugare:
ci lasciavamo accarezzare dal vento.

Noi bambini si giocava a impastare pizze di fango…
come se ve ne importi qualcosa…
Vi sarebbe venuto un tumore d'invidia
a vederci giocare in un tale spettacolo.

Poi
(avevo cinque, sei anni,
non ricordo più bene:
"una storia di catene,
bastonate,
e chirurgia sperimentale")
il vento
si fece sottili fili di catrame
viscido;
i grilli, il fango, il grano,
si fecero cemento.
E così vidi mio padre accasiarsi sul bancone di una portineria…
eserciti di condòmini grigi dal viso gonfio,
avviluppati, incastrati, sfatti
dietro i loro "ciao, buongiorno! …
E l'aria di periferia
iniziò a impastarsi alle mie vertebre.
E il cemento divenne il mio nido.
E amo,
amerò per sempre,
quel nido di cemento.
Ma a che prezzo?
Mia madre dovette imparare
tutti numeri degli autobus a memoria.
Il 118,
ancora oggi
ancora in questo momento
in cui mi concedo il lusso di stare scrivendo,
la porta a lavare i cessi di una vecchia arpia.
Dai suoi insulti, dalle sue prepotenze, dalla merda incrostata del suo gabinetto
dai rubinetti dorati, ("per dio, Mariella, un po' di delicatezza;
con quelle mani da contadina, per dio…non mi graffi il muso di muflone
francese")
ne ricavavamo pane e fegato,
cipolle e un po' di tonno in scatola.
Ma non credete si morisse di fame.
La retorica poetica spesso diventa ridicola
quando la si rimane troppo tempo ad osservare.

Ma la domenica,
come un gruppo di piccoli Heidi dalle facce paffute,
ritornavamo tra le montagne.
Tra quelle rocche di tufo millenario.
Tra gente un po' più vera,
un po' più scura.
E appena scesi dalla nostra Fiesta,
tutta bella sgarrupata,
spalancavamo come ossessi le labbra,
tiravamo fuori tutti i nostri centimetri di lingua
e ci mettevamo impazienti a rileccare
il sapore del vento.
Parla di come è bello giocare nel fango
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